Valentino Prato: musica che traduce i sentimenti

Antefatto

Mio padre gestiva un bar. Per me era motivo di gioia e di orgoglio poterlo aiutare a preparare le calze che sarebbero state vendute per il giorno della Befana. Una volta i dolciumi erano rari, e il 6 gennaio era atteso davvero con trepidazione. Preparavo tanti mucchietti in modo tale che ogni calza avesse lo stesso contenuto, senza dimenticare per ognuna un pezzetto di carbone.

Quella sera rientrammo abbastanza presto e come tutte le sere nel periodo natalizio mi fermai davanti al presepe che mio padre aveva allestito su un grande tavolo a fianco dell’albero di Natale. 

La capanna che ospitava la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello, l’aveva costruita con pezzi di legna irregolari. Ai bordi di un laghetto si erigeva un villaggio costruito nella roccia (di carta). Lo scintillio delle luci piazzate nel presepe animava magicamente l’atmosfera. Sulla stradina ricavata con piccoli sassi bianchi sul manto di muschio verde c’era un pastore con un agnello in spalla, quattro pecorelle e tre anatre lo seguivano d’attorno, indossava una camicia con sopra un saio legato da una cintura di cuoio. A ridosso della capanna c’era una donnina anziana che filava la lana. Dal balcone di una casetta si affacciava una vecchietta con un volto un po’ sofferente ed un bambino in braccio. Poi si riconoscevano altri personaggi come la lavandaia, il pescatore, il cacciatore, il vinaio, il panettiere, il macellaio, il pollivendolo nonché lo zampognaro, e tutti completavano questo bellissimo quadro.  Adoravo animare con piccoli dialoghi le statuine. Come da tradizione era previsto l’arrivo dei Re Magi alla capanna e mio padre, già nella mattinata della Vigilia dell’Epifania, aveva provveduto a piazzarli decorosamente davanti al Bambinello. Mentre guardavo incantato il presepe, mia madre mi chiamò per la cena. Accorsi velocemente. Mai come quella sera era mio desiderio coricarmi presto perché l’indomani mi avrebbe atteso il regalo della vecchietta: “la Befana”.

La mattina dopo mi svegliai di sobbalzo un po’ impaurito per un brutto sogno, ma il grande pacchetto rosso che intravidi ai piedi del letto mi riempì di gioia. Come uno scoiattolo su una ghianda, mi precipitai sul regalo, emozionatissimo, e alquanto incuriosito strappai con cura la carta lucida dell’imballaggio in modo da scoprire delicatamente il contenuto.

  • Wow! Una tastierina Bontempi! È fantastica! Esaltai.

Mai mi sarei immaginato un regalo così. La Befana aveva avuto veramente un grande intuito!

Nonostante l’ora mattutina, iniziai ad improvvisare alcune canzoni natalizie che richiamarono l’attenzione di mia madre intenta a preparare la colazione per il mio fratellino. A soli 5 anni, non conoscendo le note, stranamente riuscivo ad orecchio a riprodurre le melodie con grande stupore dei miei genitori. Fu così che la mia grande avventura di artista iniziò. Ero talmente felice che dimenticai completamente la calza con i dolcetti e il carbone che ovviamente meritavo anch’io.

Il 1° maggio 1977 nasce a Napoli Gennaro Prato, in arte Valentino. Già dai primi anni trascorsi nella periferia di Napoli, precisamente a Secondigliano, inizia ad appassionarsi alla musica. Studia pianoforte e si esibisce in vari locali perfezionando così la sua tecnica musicale. A soli 17 anni vince la tappa regionale del premio Rino Gaetano a Pomigliano d’Arco con la canzone “I colori del mondo”, scritta da lui stesso.  Nel 1997 si diploma in pianoforte e la sua curiosità musicale lo spinge ad imparare altri strumenti ed altre tecniche musicali diventando così polistrumentista ed arrangiatore.

Gli innumerevoli viaggi in tutta Italia lo portano a conoscere sempre nuove tecniche acquisendo così una maturità musicale di prestigio.

Dopo tanti anni di gavetta ed esperienza, viene scoperto da Nino D’Angelo, noto cantante partenopeo, che lo vuole come cooprotagonista nel film AITANIC e da Angelo Coppola, un produttore musicale. Entrambi contribuiscono a farlo crescere professionalmente e rapidamente.

Nel 2017 alla soglia dei 40 anni esce con il suo album “Cambiamento”, frutto di un’elevata maturazione artistica: la conferma del ritorno di quel ragazzo che per rincorrere un suo sogno si era allontanato dalle difficoltà del quartiere in cui viveva. “Funkyamore” è il singolo dell’album scelto come testimonial della lotta contro la violenza delle donne.

Nel 2018 esce con l’album “La mia vita”, un album autobiografico dove ritroviamo canzoni molto importanti quali “Amare ” e ” Via da questo mondo“. Due pezzi che parteciperanno poi nel maggio dello stesso anno alla Rai di Torino al Social Web Festival dove Valentino Prato si classifica al 3° posto tra 150 partecipanti da tutta Italia. In seguito, realizza con la sua band un mini tour nel Sud d’Italia confermando sempre di più il suo grande talento, che gli ha permesso di collaborare con tanti big della canzone italiana.

A marzo 2020, in pieno periodo Lock down, ha creato un importante progetto riscuotendo già da subito grandi successi: Radio Production Web che diventa poi anche Tv Web. Un’emittente che propone format intelligenti con ospiti nazionali ed internazionali: cantanti, musicisti, attori ed esperti in varie discipline.

Ma cerchiamo di capire ancor di più questo grande artista…

  • Gennaro, chi è Valentino Prato?
  • È un uomo molto semplice e ambizioso. Un sognatore perenne, amante della natura e di tutte le forme d’arte. Non ama l’ignoranza, la stupidità, l’invidia sociale e tutto ciò che rende l’individuo banale. Ama la scrittura spontanea e intensa. Fa della sua musica la fonte di vita primaria, una missione regalata da Dio in cui crede immensamente.
  • Come ti ha arricchito professionalmente il Piano Bar?
  • Per me il Piano Bar è stato una grande palestra. Durante le mie esibizioni il contatto con la gente negli alberghi, nei pub, nelle discoteche mi ha dato tantissimo. Un’esperienza unica che mi ha aiutato ad ammortizzare la mia timidezza ed a sciogliere la mia dialettica confrontandomi con tanti tipi di culture diverse. Ho lavorato molti anni in posti turistici conosciuti in tutto il mondo come Capri e Sorrento.
  • Come è avvenuto il tuo percorso professionale ed artistico?
  • Il mio percorso professionale e personale nasce magicamente in simbiosi. Sin da bambino ho sempre amato suonare e scrivere. Sapevo già di essere un artista senza tralasciare la mia vita personale.
  • L’incontro con Nino D’Angelo, com’è stato?
  • L’incontro nel 1999 con Nino D’Angelo nacque per caso. Io cantavo in un noto locale in centro a Napoli. Mi vide e mi ascoltò il manager di Nino D’Angelo, quello di allora. Mi disse che ero perfetto per ricoprire il ruolo in un film in uscita per via della mia voce, particolarissima. Dopo pochi giorni mi portò da Nino D’Angelo e fu così che lui mi scelse per il film, affascinato dal mio talento. Il film, intitolato AITANIC, uscì nel novembre 2000 in tutte le sale cinematografiche italiane e in 14 paesi nel mondo.  Girammo per la promozione in molti Talk Show televisivi di successo sia in Rai che in Mediaset. Tra questi Buona Domenica su Canale 5 con Maurizio Costanzo, Paola Barale e Claudio Lippi; Domenica in con Mara Venier e molti altri.
  • Il tuo prossimo lavoro cos’ha in più rispetto agli altri?
  • Il mio prossimo album uscirà nel settembre 2021. Dedicherò sicuramente un’attenzione in più alla realizzazione semplicemente perché sono reduce da un bel disco “Un’altra storia” che mi ha dato grandi soddisfazioni. Mi ha regalato la vittoria in Campania del premio Lucio Dalla classificandomi 1° con il brano “l’ignoranza”. Sono stato anche vincitore nazionale della vetrina Sanremo 2020 con il brano “Ma quale amore”. Brano trasmesso in più di 250 radio sia web che FM. Primo per molte settimane nella classifica di molte emittenti nazionali TV come RADIO ITALIA ANNI 60 TV e Gold Tv.
  • Hai rimorsi o rimpianti per qualcosa?
  • Ci sono sempre comunque piccoli rimorsi oppure rimpianti. Nel mio caso veramente pochi perché sono stato sempre molto attento a non accettare compromessi. L’unico rimpianto vero è quello di non aver vissuto la mia infanzia come un bambino di quella età perché vivendo in un quartiere molto difficile nella periferia a Nord di Napoli, Secondigliano ho dovuto maturare in fretta per evadere da quella realtà.
  • Tre aggettivi per descrivere la tua musica.
  • 1° intensa
  • 2° semplice
  • 3° emozionante
  • Ci puoi parlare dell’associazione Leonardo e il fatto che ti abbiano come testimonial?
  • L’associazione Leonardo di Vico Equense si occupa di solidarietà socio culturale ed è nata dalla dottoressa Anna Vanni famosa e importante ginecologa della penisola sorrentina. Il nome Leonardo deriva dal suo amato nipote. Con la canzone “Funkyamore”, compreso nel mio album di consacrazione artistica “Cambiamento” uscito nel 2017 fui chiamato in qualità di cantautore residente e conosciuto ad essere l’ambasciatore della violenza sulle donne.
  • La mia vita”, “Un’altra storia” e i progetti per il futuro?
  • Il mio prossimo album ha già il titolo anche se uscirà nel settembre 2021. Si intitolerà “Il posto migliore”. Comprenderà 9 brani inediti e in uno di questi duetterò con un big della musica italiana. I musicisti saranno importanti, tra questi ci sarà il batterista Eugenio Mori, batterista di Franco Battiato, Biagio Antonacci e Max Pezzali degli 883, inoltre Michele Avella batterista di Paolo Vallesi, Luisa Corna e Anonimo Italiano. Si tratta di una nuova etichetta nazionale. Le canzoni sono tutte scritte, musicate ed arrangiate da me con il supporto del mio sound engineer storico Angelo Coppola.

Valentino il ragazzino che dal quartiere Secondigliano fuggì alla ricerca del suo sogno: la musica.  Gioioso, sereno, sempre di buon umore ama condividere con gli amici e le persone care la propria felicità con tranquillità e controllata spensieratezza. Ogni suo prodotto è il frutto di un gran lavoro studiato con pazienza, riflessione e logicità al fine di proporre la giusta strategia.

Valentino che fa della sua musica una passione, una dedizione ed una comunicazione travolgente, è riuscito ad aprire il cassetto dei suoi sogni con la chiave di violino!

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