Antefatto
Spalancai le persiane e una bella giornata di sole mi accolse stagliandosi davanti ai miei occhi.
Mi ero alzato un po’ più tardi del solito perché la sera prima avevo fatto le ore piccole.
L’esibizione al piano bar “Broadway Pub” era andata molto bene. Il pubblico mi aveva chiesto diverse volte il bis, e la cosa mi aveva gratificato e divertito al tempo stesso.
Quella mattina mentre preparavo la moka per il caffè pensai che se non fosse stato per Biagio Pagano, un amico che aveva un negozio di dischi, mai avrei fatto quel provino alla casa discografica BMG. Insistette talmente tanto che alla fine mi decisi a farlo. Mi ripeteva spesso:
- Hai una voce fantastica, ricorda quella di Claudio Baglioni, fallo questo benedetto provino!
Qualche giorno dopo, rientrato a casa da poco dopo una giornata a dir poco massacrante e mi ero appena lasciato sprofondare nella poltrona quando squilla il telefono.
- Pronto? Risposi.
- Roberto Scozzi? Dall’altra parte una voce calda maschile.
- Sì, sono io in persona!
- Sono Michele Mondella, Direttore Artistico della BMG. Assieme ai miei colleghi abbiamo esaminato un paio di canzoni del tuo provino ed abbiamo pensato di farti una proposta. Volevo chiederti se potevi passare da noi per discutere del progetto.
- Certo potrei passare sabato mattina alle 10:00, può andare?
- Ok, perfetto. Ci vediamo sabato.
Non appena riattaccai il telefono, chiamai subito Biagio per informarlo della bella notizia perché non mi sembrava vero che il discografico di Dalla, De Gregori, Cocciante, Venditti e tanti altri, si fosse interessato a me. Puntualissimo arrivai all’incontro previsto.
- Ciao Roberto, sono Michele, vieni pure, accomodati.
- Come ti ho anticipato al telefono, avremmo pensato ad un bel progetto per te.
- In cosa consiste? Ribattei.
- Dato che abbiamo trovato il tuo timbro di voce veramente particolare vorremmo proporti un contratto di 5 anni per 5 album!
Un brivido mi percorse la schiena e invano riuscii a nascondere l’emozione fortissima che stavo provando.
- Beh! La cosa mi lusinga…Risposi con gli occhi quasi lucidi dalla felicità.
- Dobbiamo solo rivedere il nome d’arte perché Roberto Scozzi non va bene.
E fu così che la mia storia professionale iniziò.

Roberto Scozzi in arte Anonimo Italiano irrompe sulle scene musicali nel dicembre 1994 con il brano E così addio, un singolo lento. Il brano è subito un successo e viene confermato qualche mese dopo con l’uscita dell’album Anonimo Italiano che raggiunge fino a 120.000 copie vendute. Un viso mascherato ed una voce simile a quella di Claudio Baglioni. Una somiglianza tale da spingere il grande cantante romano a diffidare la sua casa discografica di allora dal continuare a finanziare il progetto Anonimo Italiano. Una diffida che non ebbe poi seguito perché, a parte la somiglianza vocale, non c’era nessun plagio.
Nel 1995 presenta Anche questa è vita e l’album Anonimo Italiano ottiene così il “Disco di Platino” (massimo premio per il numero di copie vendute). L’album venne inciso anche in spagnolo conquistando altri paesi latini come Cuba e Costarica.
Anche il grande maestro francese Richard Clayderman si accorge delle sue doti e per questo vuole incidere con lui un duetto di E così addio e lo inserisce nel suo album In Amore. Nel 1997 con il secondo album Buona Fortuna parte in tournée in Polonia, Russia e Costarica. Dopo la risoluzione del contratto con la BMG, nel 2002 esce Dimmi che ami il mondo che contiene varie collaborazioni con artisti molto importanti. Segue poi nel 2006 una raccolta orchestrale L’infinito dentro noi con due inediti dal titolo Senza di te e Più che puoi e la collaborazione di grandi musicisti Toni Carnevale, Maurizio Dei Lazzaretti, Roberto Gallinelli e Rodolfo Maltese. Sette anni dopo ci propone Five un album prodotto dal noto batterista Roberto Mezzetti, scomparso improvvisamente l’ultimo giorno delle registrazioni. È in duetto con Amedeo Minghi anche lui scosso dall’accaduto che Anonimo Italiano decide di dedicare all’amico scomparso L’aquilone. Questo rappresenta il suo ultimo lavoro completo di inediti. L’anno dopo nel 2014 ci presenta Diario di un amore, una raccolta più matura e posata di otto vecchi successi con due inediti: una che dà il titolo all’omonimo album e l’altra E mi manchi sempre tu.

Dopo una pausa di 6 anni Anonimo Italiano ritorna in studio per realizzare il suo nuovo progetto.
Il tuo genere musicale come lo definiresti?
Cerco di proporre musica poetica, fatta di sentimento come quella italiana degli anni 70-80, quella che viene dal cuore, che ti fa canticchiare ma soprattutto emozionare. Ho respirato il sentimento artistico di quegli anni e ho cercato di farlo mio in qualche modo.
Ma come nasce una canzone?
La situazione più frequente capita spesso in treno o in aereo. Una volta c’era il dittafono dove si registrava una melodia, poi a casa la si valutava e ci si lavorava sopra. Per quanto riguarda il testo invece era un po’ più complicato perché si dovevano incastrare bene le parole con la melodia. Di solito parto da un’idea che voglio raccontare e da lì sviluppo il progetto. Parto da una sceneggiatura che modifico ritagliando ed aggiungendo.
Le tue canzoni ti rappresentano tutte o ce n’è una in particolare che ti rappresenta un po’ più di altre?
“Mi mancherai” è un pezzo autobiografico e sinceramente mi rispecchia molto, così anche “E così addio” dove fotografo un momento particolare della mia vita mi rappresenta molto.
Sei stato accusato di plagio dal grande Claudio Baglioni, cosa puoi dire a proposito?
Io sono sempre stato uno estimatore di Baglioni, delle sue canzoni e della musica degli anni 70 – 80. Il Baglioni che mi piace di più è proprio quello di quegli anni quando lo chiamavano Agonia, quello più nostalgico e noir. La somiglianza vocale e l’anima interpretativa non posso certo negarla. La mia non è una caricatura, non è un’imitazione da Cover, e per questo non ho mai voluto incidere sue canzoni. Non ho mai voluto fare una Cover Band ufficiale. Mi fu offerta la possibilità, ma non potendo cantare anche le mie canzoni, rifiutai. Non potevo abbandonare il mio cantautorato.
C’è una canzona italiana che avresti voluto scrivere e cantare tu?
Sicuramente: “Ancora” di Eduardo De Crescenzo. Oltre al testo, l’interpretazione la trovo spettacolare. Certo che anche le canzoni di Battisti, di Cocciante e degli Alunni del Sole con Paolo Morelli mi hanno veramente trasmesso tanto.
Per te è più importante il testo o la musica di una canzone?
Beh entrambe nascono assieme e soprattutto quelle che nascono d’istinto sono sempre le più belle.
Com’è nata la collaborazione con Richard Clayderman, il grande pianista francese?
Mi ha cercato lui, diceva “lui, il a la voix!” Così onorato del fatto, mi sono recato in Francia.
Mi ha fatto incidere nel suo disco “In Amore” il mio pezzo “E così addio” cantato da me e arrangiata da lui. Un pezzo che è stato poi inciso anche in spagnolo con il titolo “Ultimo Adios”.
Quali sono gli obbiettivi a breve termine? E qual è secondo te la chiave per aver successo?
Per intraprendere questa carriera consiglio a tutti di essere autentici con quello che si fa e di esprimere la musica che si sente. Non si deve fare una musica perché va di moda, ma si deve puntare su una musica che viene da dentro. L’esperienza poi maturerà sul palco. È importante inoltre ovviamente la scelta di un manager di cui fidarsi. Michele Mondella era un grande, ad esempio. Oggi mancano proprio questi grandi produttori. Oggi si punta di più all’apparenza, allo show e meno alla qualità.
Parlami infine del tuo nuovo progetto?
Il singolo che uscirà in primavera, si intitolerà “Non è mai finita”. Il testo è stato scritto da me e musicato insieme a Valentino Prato. Descrive la storia di due ex che si ritrovano e rivivono improvvisamente un periodo passato. Una delle frasi del testo recita infatti “Già sei anni e sembra un secolo …
Successivamente uscirà il secondo singolo scritto da me assieme al giovane cantautore, premio della critica di Sanremo, Enrico Boccadoro.
Anonimo Italiano con la sua musica e le sue canzoni ci emoziona esprimendo il linguaggio dell’anima, quel linguaggio che non può essere tradotto, ma può essere solo sentito interiormente.
“Non è mai finita”
(A.Italiano/V.Prato)
Produzione esecutiva, arrangiamento piano ed archi: Valentino Prato per « Prato Productions »
Produzione Artistica: Anonimo Italiano e Valentino Prato
Drums: Michele Avella
El.Bass: Pippo Matino
El.Guit: Alessandro Vitiello
Piano & Keyboards: Valentino Prato
Sound Engineer, mastering & coproduction: Angelo Coppola
Registrato e mixato presso gli Studi « Prato Productions » di Napoli su Etichetta « Prato Productions »
Tutti i diritti riservati 2021