Vasco Rossi: la musica come un viaggio di libertà e sincerità”

Nato il 7 febbraio 1952 a Zocca, un tranquillo paesino in provincia di Modena, Vasco Rossi, da ben 45 anni icona di una musica ribelle, ha sempre saputo adattarsi musicalmente al passare del tempo.

Suo padre Giovanni Carlo faceva il camionista e, in onore di un compagno di prigionia, decise di chiamare così il suo primogenito. Sua madre Novella era invece casalinga.

Fin dall’inizio, ribelle di natura e bramoso di esprimere la sua creatività, Vasco non è mai stato un ragazzo facile da gestire. Nel 1972 si avvicinò al teatro sperimentale durante il periodo di contestazione studentesca. Intraprese gli studi di pedagogia presso l’Università di Bologna, convinto che questa fosse la strada da seguire, invece, ben presto si rese conto che la musica era la sua vera passione.

Decise, così, di seguire il suo istinto e si immerse nell’esperienza delle “radio libere.” Nel 1975 Vasco fonda, insieme a un gruppo di amici, una radio libera che lo consacra come apprezzato dee-jay in Emilia Romagna e in parte del Veneto e della Lombardia. Fu proprio in questo periodo che nel segreto della sua stanza, inizia a comporre testi e canzoni che diventarono negli anni a seguire un patrimonio di un’intera generazione.

Nel giugno del 1977, pubblica con la casa discografica Jeans il suo primo 45 giri, “Jenny e Silvia.” L’anno dopo nacque il suo primo album, “Ma che cosa vuoi che sia una canzone,” che, purtroppo, non ebbe un gran successo. Il secondo album, “Non siamo mica gli americani,” fu invece accolto tiepidamente nonostante contenesse “Albachiara”, brano diventato una delle canzoni d’amore più belle degli ultimi decenni e che contribuì in seguito a portarlo alla ribalta. Fu poi la volta di “Colpa d’Alfredo” nel 1980 e l’inizio di una serie di tour in tutta la Penisola.

Alle continue critiche per l’eccessivo uso di alcool e droghe Vasco rispose semplicemente con la sua arte, unica sua difesa.

Nel 1981 uscì il suo quarto album, “Siamo solo noi,” che lo riposizionò di nuovo sul mercato. Nel 1982 con “Vado al massimo,” partecipò al Festival di Sanremo cui seguì l’album omonimo. L’anno dopo ritornò al Festival con “Vita spericolata,” un altro pezzo emblematico della sua straordinaria carriera.

Seguirono poi sfide legali per spaccio di sostanze stupefacenti, anni comunque produttivi dal punto di vista creativo. Nacquero di fatti varie opere come “Cosa succede in città” (1985), “C’è chi dice no” (1987), “Liberi, liberi” (nel 1989 per la nascita del figlio Davide) e “Fronte del palco” (1990), registrato in live allo stadio San Siro di Milano e al Flaminio di Roma, davanti a folle oceaniche.

 “Gli spari sopra” arrivò nel 1993 in occasione della nascita del figlio Luca. A conferma della sua popolarità esplosiva nel 2002 venne pubblicata la prima biografia (Siamo solo noi)

Seguirono poi inevitabilmente altri successi. Nel 2004 “Buoni o cattivi“, “Sensazioni forti” nel 2007, “Il mondo che vorrei” nel 2008, “Eh… già,” nel 2011 e “Sono innocente” nel 2014.

Nel 2017, a Modena, in occasione dei suoi 40 anni di carriera unì ben 200.000 persone in un memorabile e magistrale concerto.

Nonostante gli innumerevoli successi il “Blasco”, così lo soprannominano i fans, nelle sue canzoni denuncia così un suo disagio personale sempre vivo in lui. Sui social scrisse:

–       “E’ cosi. Rimango un emarginato, lo ripeto sempre. Emarginato di lusso, ma sempre emarginato. All’inizio essere famosi era molto divertente, perché la vivevo come una conferma che esistevo. I primi successi mi diedero l’illusione di aver risolto tutti i problemi.

Poi sono arrivati i prezzi da pagare. Ma come potrei lamentarmi? Sarei un pazzo, anche perché la popolarità è la conferma del valore delle cose che hai fatto. Mi spiace solo non poter camminare per strada, entrare nei negozi, entrare in un locale tranquillamente.

Tutti mi conoscono ma io non conosco nessuno, perché ogni rapporto è comunque falsato, capisci? Mi pesa. Mi pesa da morire. Ogni tanto parto e vado all’estero, dove non mi conosce nessuno. E li mi mescolo alla gente e sto bene.

Mi chiedo come possano sentirsi Bono, Dylan o Mick Jagger. Io ho bisogno della gente, il palco da solo non basta, il rock forse ti salva la vita all’inizio ma non per sempre, perché quando si spengono le luci, il concerto finisce, il disco esce e la gente smette di acclamarti, tu torni a essere quello che sei.

Il successo tende a forzarti la mano, a far crescere dentro te la sensazione che tu esista nel mondo in cui ti vede la gente. Ma è sbagliato, perché se credi a queste cose, allora devi accettarne anche le conseguenze: che tu esisti solo se c’è qualcuno che ti vede. E quando non ti vede nessuno? Ti ammazzi? Per fortuna, questi ragionamenti, queste aberrazioni – vogliamo chiamarle cosi? – non influenzano la composizione.

Quando scrivo, ho una sola certezza: quello che hai fatto prima non conta nulla, perché nel rock non esiste la riconoscenza. Non esistono meriti pregressi che ti facciano star comodo. Se tu smetti di fare grande musica, non è che la gente continua a seguirti solo perché una volta la facevi!

Il tour “VascoNonStop Live” nel 2018 e nel 2019 confermò l’affluenza di migliaia di seguaci. Dopo la pausa nel 2020 a causa dell’epidemia, fece un passaggio in televisione nel 2021 per presentare l’uscita del nuovo album anticipato da “Una canzone d’amore buttata via”.

Il tour “Vasco Live 2022” registrò la presenza di 700.000 spettatori.

Nel 2023 con il Vasco Tour Live 2023 ha continuato a dominare gli stadi a Bologna, Roma, Palermo e Salerno lasciando inevitabilmente un’impronta indelebile ad ogni esibizione. Il 27 settembre scorso ha presentato “Gli sbagli che fai”, colonna sonora del documentario “Il Supervissuto” trasmesso su Netflix, dove l’artista mette a nudo alcuni aspetti privati della sua vita.

Recentemente ho scritto un articolo pubblicato sulla nota rivista online nazionale “Sbircia la Notizia” evocando le mie impressioni su questo artista che rappresenta ed esprime sempre, a dispetto di tutto e tutti, autenticità e franchezza. Una carriera musicale che si snoda come un epico racconto nella storia della musica italiana. (https://www.sbircialanotizia.it/vasco-rossi-le-sue-note-ribelli-fanno-vibrare-lanima/)

Dall’inizio della sua carriera nel 1977, il rocker ha pubblicato un totale di 34 album, di cui 18 sono album in studio, 11 album dal vivo, 5 raccolte ufficiali e 2 EP, per un totale di 192 canzoni, senza considerare i numerosi testi che ha scritto per altri artisti. Al suo attivo ha circa 40 milioni di copie vendute.

Vasco Rossi è un’icona vivente, la colonna sonora di numerose generazioni di appassionati di rock, sempre in cerca di emozioni profonde e di sfide audaci contro le limitazioni monotone della vita quotidiana.

Scrivi cosa ne pensi!