L’essenza di Maria Callas in Adonà Mamo

Antefatto

Facevo tutti i giorni la stessa strada a piedi andando e rientrando dall’Accademia di Danza. Passavo sempre davanti alla solita edicola che ordinatamente metteva in mostra le riviste, alcune delle quali contenevano oggetti in omaggio: occhiali, bracciali, collane, videocassette, CD, ecc.

Da alcuni giorni era uscito un CD della più grande cantante lirica della Storia, Maria CallasVissi d’arte, vissi d’amore”. Nonostante la sua bella immagine e la sua notorietà, in quegli otto giorni dall’uscita del CD, nessuno lo aveva acquistato.

Il canto era la mia passione e conoscevo ovviamente il nome della Callas, però non la conoscevo professionalmente.

  • “Chi era Maria Callas? Cosa ci sarebbe mai stato in quel CD?” mi chiesi.

Lo comprai spinto da tanta curiosità.

Dopo alcuni isolati arrivai a casa. Un misero appartamento a Roma in via della Polveriera, allestito col minimo indispensabile.

Mi tolsi il giubbotto K-way e lo lanciai sulla poltrona a fianco del divanetto. Mi sedetti e con i piedi mi sfilai le scarpe.

  • “Che giornata oggi!  Oggi alle prove ci hanno stremati!” dissi tra me e me.

Non mancava tanto al 5 novembre, giorno della prima del musical “La febbre del sabato sera” al Sistina di Roma.

Mi sdraiai sul divano e con attenzione tolsi l’involucro del CD. Ebbi quasi la sensazione che sulla copertina il viso di Maria Callas, icona dalla drammaticità emotiva, mi stesse sorridendo.

Inserii il CD nel lettore e mi lasciai andare alla voce sublime e avvolgente del primo brano “Casta Diva”. Mi bloccai. Sentii questa vocalità particolare che conteneva un mondo sonoro nuovo, tutto suo. Un brivido sconosciuto e misterioso invase il mio corpo. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da questo richiamo.

  • “Mi sta chiamando!” gridai.

Così iniziai a fare dei vocalizzi cercando di imitarla e mi resi conto che riuscivo a seguirla con facilità…

  • “Ma questa è la mia vera voce!” urlai.

Per anni avevo represso questa mia dote dedicandomi alla danza. Forse, finalmente, era giunto il momento di unire le due discipline, quelle che mi avrebbero avvicinato al Musical.

Il cantante del video si chiama Adonà Mamo, siracusano di origine. All’anagrafe è Adonay, un nome ebraico che però può essere pronunciato solo in preghiera. In modo del tutto casuale, in occasione della presentazione delle Nuove Proposte al Festival di Sanremo del 2004, alcuni amici romani storpiarono il nome mettendo l’accento sulla “a”, nacque così Adonà. Mamo invece è il cognome reale.

Un artista a tutti gli effetti: ballerino, attore e soprano naturale.

Sì, soprano naturale, ovvero un’impostazione vocale da soprano grazie ad una laringe stretta e profonda.

Pur essendo un uomo, ho una voce da soprano perché la mia laringe ha una conformazione naturalmente femminile, una qualità che ho scoperto e rivalutato nel 2002 quando acquistai un cd della Callas che aveva come brano d’apertura -Vissi d’arte- “, mi riferisce.

Una caratteristica vocale che non sempre è stato semplice possedere ed esibire. Da bambino con la sua bella voce limpida cantava nel coro della chiesa. Con l’arrivo della pubertà però il tono non cambiò. Gli amici lo prendevano in giro e lo invitavano a fumare per modificare quella voce femminile vicina al falsetto. Decise così dedicarsi ad un’altra passione, la danza.

Trasferitosi a Roma dopo che gli era stato promesso un posto di riserva ad “Amici”, famosa trasmissione Mediaset, decise di fermarsi a Roma. Era il 16 settembre 2002, data che coincide con la morte di Maria Callas, nel 1977 e con la morte di Farinelli (il più famoso castrato lirico) nel 1782. Dopo aver distribuito tanti curricula approda all’Accademia della Danza di Roma dove viene selezionato e vince una borsa di studio.

Da lì passavano tutti i registi dei musical più famosi al mondo. Tra questi Amy Rogers (il coreografo di FAME) che lo scelse per il debutto del musical “La febbre del sabato sera” al Teatro Sistina il 5 novembre. L’acquisto del cd della Callas fu fatidico perché gli aprì tutto un altro mondo, quello della lirica. Decise, così, di approfondire questa sua proprietà fisiologica invero del tutto nuova che non aveva mai preso in considerazione. La visita dal foniatra confermò che si trattava veramente di un raro caso in cui corde vocali maschili sono esattamente come quelle di un soprano e non corrispondono neppure a quelle di un falsettista.

Ma cerchiamo di capire meglio!

Soprano designa la voce femminile dal registro più acuto. L’appellativo, invece, che si associa alla voce maschile più alta è il tenore. Tutti i cantanti maschi che cantano nel registro del soprano sono definiti sopranisti, maschi adulti con organi fonatori adatti a sostenere il registro acuto di una soprano. I sopranisti si differenziano dai controtenori perché questi ultimi esibiscono un falsetto artificiale cosiddetto rinforzato. Il falsetto è un artificio canoro per lo più privo di armoniche e di tutto quel colore espressivo tipico del bel canto.

Nella storia della musica corale e solista i sopranisti trovano i loro precedenti nelle voci bianche, nel coro gregoriano e soprattutto nei castrati, vere e proprie star dei palcoscenici (chiamati castrati in seguito alla pratica oggi eticamente riprovevole dell’evirazione).

I sopranisti, dotati di particolari organi fonatori simili a quelli femminili, costruiscono una tessitura vocale per timbro e colore simile al soprano, pur essendo falsettisti, riuscendo a cantare nella loro estensione, dal DO al MIb. Oggi, per quanto piuttosto rari, non si esibiscono più soltanto in repertori tratti dal Barocco o dal Settecento, ma affrontano anche difficili arie del melodramma con insolite doti interpretative.

Trovare una giusta collocazione all’interno dei Conservatori di Musica non è per Adonà cosa semplice. Una volta superati gli esami di ammissione non gli viene però poi data la possibilità di laurearsi pubblicamente poiché in quanto uomo gli viene impedito di interpretare ruoli femminili. Potrebbe farlo solo privatamente, ma a costi esosi.

Adonà Mamo ha al suo attivo varie partecipazioni in diversi Musical tra i quali “il Vizietto” nel 2012, “Tutti Insieme Appassionatamente” nel 2015, “La Regina di Ghiaccio” nel 2017.

Nei panni di Pang ha partecipato all’Opera Turandot di Puccini, nel 2018 in “Mimì, in arte Mia Martini” e nell’estate del 2019 ha dato la voce al pastorello romano in “Tosca” al teatro greco di Siracusa. In televisione lo troviamo in “Reazione a Catena” il gioco televisivo di Amadeus.

Un grande successo lo ottiene il 21 novembre 2019 dove nelle vesti di Maria Callas canta “Casta Diva” al programma di Carlo Conti su Raiuno “Tali e Quali”

Altre sono state le partecipazioni in trasmissioni come “Domenica In”, “La Botola”, “I Raccomandati”, “Emozioni”, “L’Italia allo specchio” e “Celebrity”. Fiorello, il grande showman siciliano, lo nota nella trasmissione “Reazione a catena” e lo vuole ospite fisso alla sua trasmissione “Edicola Fiore” in onda sulla piattaforma Sky.

  • Adonà volevo chiederti quanto è stata importante la danza nel tuo percorso lirico?
  • Per me è stata molto importante perché ritengo che il sapersi muovere a tempo col ritmo, avere un corpo armonioso e non essere un pezzo di legno, il tutto unito ad una presenza scenica completano perfettamente il discorso vocale. Quando ti trovi con il microfono davanti al pubblico il controllo del movimento corporeo aiuta in un certo senso il lavoro con la voce. La presenza scenica però è come il savoir faire, o l’hai o non ce l’hai.
  • Ritieni di avere più uno spirito da guerriero o di essere più un guerriero di spirito?
  • Ho uno spirito da guerriero che mi fa sentire un guerriero di spirito. È una sorta di fusione. Ho fatto molte scelte nella mia vita per cercare di essere un tutt’uno dentro di me. Essere la proiezione di me stesso e non il proiettore. Fin da ragazzo avevo uno spirito da guerriero che poi mi ha portato ad essere guerriero di spirito. Ritengo comunque che è meglio averle entrambi. È fondamentale comunque avere una grande forza interiore che sia in sintonia con la propria anima perché non si riesce a fare niente, soprattutto se si vuole cantare da soprano, senza la sensibilità dell’interiorità.
  • Domanda di rito, quali sono i tuoi i tuoi progetti per il futuro?
  • Ho tantissimi progetti. Innanzitutto poter cavalcare il palco del Teatro dell’Ariston con una musica pop lirica che possa arrivare a tutti. Poi realizzare dei progetti come lo show che ho scritto ‘Diva’. La storia di un ragazzo che diventa la più grande cantante lirica del mondo. Non ne rivelo il finale così spero lo andrete a vedere tutti. Un altro progetto è Farinelli, un musical pop lirico originale per tutte le età, dove le persone possono divertirsi. Ho trasformato il Farinelli in una versione più pop musical lirico, dal titolo “Farinelli, l’amore vince su tutto”, dove ognuno vive la castrazione in senso lato. In futuro dopo il teatro, che porta via tante energie, vorrei interamente dedicarmi alla discografia, è mio grande desiderio incidere dischi.
  • Nel tuo percorso hai avuto più rimorsi o rimpianti?
  • In tutta la mia vita mi sono sempre detto meglio vivere con un rimorso che con un rimpianto. Questo perché se sei una bella e una brava persona ed hai fatto qualcosa di scorretto te lo puoi perdonare. Mentre il rimpianto, è l’amarezza di non aver potuto o voluto fare qualcosa. Io rimpianti non ne ho avuti perché mi sono sempre buttato in cioè in cui credevo: nel 2013 ad esempio sono andato a New York senza soldi.

Ecco la storia di Adonà, un ragazzo che nutrito da un forte equilibrio tra anima e corpo e ricco di tanta positività ha saputo realizzare il suo sogno più grande: il canto. 

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