E se fosse il momento di …

Il COVID19, Corona Virus Desease 2019 è arrivato e ci ha confinati in casa.

Rinchiusi, privati della nostra libertà e dei nostri soliti riferimenti.

Casa Lavoro Casa, questo slogan abituale ha lasciato il posto a Casa Dolce Casa, o meglio, restate a casa.

Per i più fortunati lo smart working è diventato la norma, ad altri, invece, è toccata la cassa integrazione o per perfino la perdita del lavoro!

E se fosse il momento di rivedere i nostri metodi di lavoro?

In questo periodo di confinamento, mestieri che fino a poco tempo fa ricoprivano un ruolo secondario oggi lottano in prima linea o quanto meno rivestono un ruolo indispensabile.

7I netturbini raccogliendo le immondizie tutti i giorni mantengono le città pulite ed evitano così il propagarsi di altre malattie.

8Gli agricoltori di fronte alla difficoltà di vendere i loro prodotti ai mercati, rimasti chiusi per tanto tempo, improvvisano vendite dirette dalle loro fattorie e talvolta si raggruppano assieme e grazie ad un servizio di Drive offrono ai consumatori cibo fresco e di qualità.

9I camionisti, in una sorta di Via Crucis mobile, continuano a rifornire i magazzini alimentari, nonostante le tante difficoltà a trovare aree di servizio autostradali funzionanti per un semplice ristoro o per usufruire di servizi igienici.  Lontani da casa, dalle loro famiglie, vengono accolti troppo spesso dai loro clienti o nei magazzini di consegna come appestati, e per questo non di rado non tornano a casa per paura di contaminare la loro famiglia.

10I lavoratori dei supermercati, degli ipermercati, i piccoli commercianti di generi alimentari, i fornai che giornalmente ci permettono di riempire il frigo e le dispense di casa. Tutti costoro sono come il sangue nelle nostre vene perché ci metteno a disposizione i prodotti per il nostro sostentamento.

I soccorritori in ambulanza, gli addetti al pronto soccorso, i medici di condotta, gli infermieri privati, i farmacisti, gli assistenti sanitari a domicilio operano in prima linea ogni giorno e sono come nostri angeli custodi sempre pronti a soccorrerci. Spesso, però, vivono come eroi nell’ombra ed invece andrebbero benedetti e ringraziati per essere le sentinelle, i guardiani e i protettori della nostra salute.

14Gli inservienti sanitari negli ospedali e nelle case per anziani che ogni giorno spazzano, puliscono, lavano e disinfettano ogni superficie, magari con protezioni al limite della sicurezza, spesso passando inosservati, ricoprono un ruolo essenziale nella lotta al coronavirus e alle malattie che provoca.

11Il personale infermieristico, i medici, il personale ospedaliero che fanno ore massacranti negli ospedali dedicano anima e corpo al capezzale di tanti pazienti colpiti da questo nuovo nemico. E dopo un turno estenuante si rinchiudono in stanze di albergo, senza nemmeno ritornare a casa dai famigliari per paura di infettarli.

E se fosse il momento di dare loro il meritato riconoscimento rivalutando queste professioni e smettendo di decretare tagli alle spese della sanità per dar loro tutti i mezzi necessari per curarci?

15I nostri occhi, pieni di tenerezza, in questi giorni di pandemia, sono rivolti agli ospiti dei centri anziani e delle strutture protette. Giorno dopo giorno alcuni purtroppo vengono decimati dal maledetto virus, senza la vicinanza dei loro cari, senza una carezza, un abbraccio. Altri, i fortunati rimasti, sono spesso isolati nella loro stanza, da soli, senza nessun contatto con i famigliari, senza una carezza, senza una parola di conforto, se non quella di infermieri, mascherati ed irriconoscibili. 19Alcuni purtroppo non capiscono nemmeno cosa stia succedendo. Non capiscono come mai nessuno li vada a trovare. Altri invece si consolano con una video chiamata, fatta con l’aiuto delle infermiere o si limitano ad un saluto dalla finestra.

Per coloro che sono a casa, familiari, parenti e amici, è straziante assistere all’arrivo e alla partenza dell’ambulanza sulla quale madri, padri, nonni trovano come accompagnatori, unico loro conforto verso l’ospedale, questi angeli-soccorritori, per protezione bardati come astronauti. Negli occhi dei più anziani si legge la paura di essere abbandonati e di non poter più tornare a casa.

E se fosse il momento di riflettere e pensare veramente a rivalutare i legami familiari e a non darli mai per scontati al fine di fortificarli e renderli preziosi come in effetti sono?

Come un rituale tante persone applaudono alle finestre per ringraziare i medici e gli infermieri, altri inondano i quartieri con musica dai balconi.  È il momento in cui riscopriamo i nostri vicini o addirittura li conosciamo per la prima volta. Una nuova vita di quartiere, molto speciale, benché chiusa nei nostri appartamenti.

E se fosse il momento di parlarci, di costruire relazioni sociali più umane, di aiutarci a vicenda, di essere più uniti e, perché no, ritornare un po’ a come vivevano i nostri nonni? Nei casolari e nei piccoli borghi dove varie famiglie condividevano luoghi e spazi comuni come stalle, lavanderie, dove vivevano diverse famiglie pronte ad aiutarsi tra loro.

La Natura sta riprendendo il suo spazio: anatre germano che conquistano i marciapiedi delle città, cinghiali, cervi, lepri scorrazzano tra le vie dei paesi e come curiosi frequentatori di uno zoo vengono a vedere gli umani rinchiusi nelle loro gabbie.

La mancanza di traffico e l’abbassamento del livello di inquinamento, inoltre, hanno reso l’aria più pulita, e le acque dei torrenti e dei fiumi sono ridiventate limpide.

E se fosse il momento di pensare diversamente, di innovarci nel modo giusto, di essere più solidali e fraterni verso il prossimo?

Cerchiamo di capire e di trarre insegnamento da questa rivalutazione dei sentimenti che questa condizione forzata ci sta insegnando. Cerchiamo di valorizzare gli aspetti positivi di questo confinamento tra le mura domestiche. Rivalutiamo quei momenti che, per questioni di tempo o per abitudine, abbiamo dimenticato di apprezzare.

1 Comments

  1. Ciao ottimo consiglio,spero proprio che alla fine di tutto tanti abbiano capito cosa vuol dire amore,aiuto al prossimo,togliere egoismo,e che tutti dobbiamo morire un giorno,perciò cerchiamo di spostare quel giorno il più in là possibile

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