Federica: la mia vita in un soffio

Un giardino, degli alberi, foto di una bellissima ragazza e versi per ricordarla, per farle realizzare il suo sogno.

Federica15“La mia vita è stata un soffio…”

“Mamma non ti arrabbiare, ma non riesco a disfare le valigie! Mi fa male la testa”

“Era inizio settembre, ero appena tornata da una vacanza favolosa in campeggio, la più bella della mia vita. Mi mancava una settimana di stage in banca, poi sarebbe ricominciata la scuola. Ultimo anno: 5a Superiore”

Federica“In quel periodo tra l’altro avevo preso coraggio e cominciai ad inviare foto alle agenzie di moda per fare dei provini”

“La scuola era cominciata e io avevo tanti progetti, la moda appunto e fare sport, magari viaggiare, la patente … Ah sì e prendere il diploma!”

“Ero felicemente single in quel periodo. Uscivo sempre con le mie amiche, andavo a ballare, mi divertivo, ma c’era sempre questa testolina che mi tormentava. Non mi lasciava in pace. Ma comunque andavo avanti. Pensavo – ho sempre sofferto di mal di testa – e non mi preoccupavo più di tanto”

“Un tale A, chiamamolo A., mi aggiunse su Facebook. Siamo usciti e ci siamo conosciuti. Carino, simpatico, insomma mi piaceva tantissimo”.

“Scusami, puoi tenermi per mano. Io ho la testa che non mi fa stare in equilibrio e faccio fatica a camminare da sola”. Con lui ero felice. Non avevo paura di nulla e non ci annoiavamo mai. Bastava stare vicini e il tempo scorreva bene.

Federica 12“Ma poi … è arrivato un mostro.”

“PERCHÉ? PERCHÉ PROPRIO A ME?”

“L’ho guardato diretto in faccia …”

“Poi … mi ha piegata.”

“Ma non ho mollato, ed ho ripreso a ballare.”

Federica 1“Ho sempre amato ballare, lo faccio da quando sono piccola ed appena ho ripreso a muovermi ho ballato.”

“Nonostante tutto tornai a scuola … c’era l’esame: come potevo io passarlo? Era stressante, non ne potevo più ma alla fine ho vinto anche questa sfida: 78/100.”

“Poi … non so perché ma qualcosa è andato storto.”

“Lui crede di aver vinto …”

“Ma ho vinto io … perché sono ancora viva e questa mostra ne è testimone.”

Federica

 

Federica19Lucia è una mamma dolcissima che insieme a suo marito Giulio, mi hanno dato la possibilità di conoscere e vivere attraverso loro, la breve e intensa vita di Federica, la loro amata ragazza andata via troppo presto.

Da un semplice mal di testa all’atroce verità, la malattia che la rese praticamente invalida, ma che lei con la sua tenacia e voglia di vivere la sconfisse, prese il suo diploma, iniziò a lavorare e preparare le foto che sarebbero servite alla sua mostra. Voleva mostrare al mondo intero che il mostro si può sconfiggere, così come era accaduto a suo fratello.

Federica14Era quasi tutto pronto, ma purtroppo l’infame bussò di nuovo alla sua porta e se la portò via.

Grazie alla sua mamma, il sogno di Federica si realizzò, venne fatta una mostra a Calvizzano, in provincia di Napoli, paese originario dei suoi genitori. Una folla commossa di parenti e amici, centinaia di persone, presenziarono a questa stupenda mostra animata da attori che con sensibilità estrema declamarono i suoi versi.

Federica ha varcato un cielo speciale perché riesce ad essere presente ovunque, dando la sensazione di conoscerla pur non avendone mai avuto il piacere.

A lei sono stati dedicati versi e non solo.

Non si va mai via si varcano solo altri cieli.

Libera

Mi piace pensare che voli libera nel vento

Libera come l’aria fresca del mattino.

Libera come un uccello che sorvola il mare.

Libera come la mente che vaga

Ovunque senza meta.

Libera da ogni vincolo e necessità legata ad un corpo.

Mi piace pensare che voli libera nel vento.

Lella Di Marino

Ora anche un altro suo sogno si è realizzato.

Federica sognava una canzone, dei versi che fossero solo per lei e grazie alla collaborazione dell’artista Riccardo Pecoraro con la poetessa Lella Di Marino è nata una struggente canzone: Federica mi han detto.

Arrangiata dal maestro Almartino e cantata da Riccardo Pecoraro e Rosaria De Gregorio.

Grazie Lucia, Giulio, mi sento onorato da questo vostro dono che con estrema serenità e semplicità avete saputo raccontarmi!

Federica17Non c’è prova più dura da affrontare per una coppia o un genitore che ha perso un figlio. È uno stato talmente doloroso ed innaturale che porta la persona difficilmente ad identificarsi in una o in un’altra categoria, se così si può chiamare. Per questo motivo non esiste, nella maggior parte delle lingue straniere nemmeno una parola che definisce “il genitore che ha perso un figlio” a differenza di “vedovo” che è colui che ha perso il compagno di vita e di ” orfano” che è il bambino che ha perso il genitore. Forse “orfano di figlio”? Non mi sembra comunque appropriata perché capovolge ed inverte i ruoli naturali. A questo punto se proprio si deve dare una identificazione preferirei dire “genitore di un figlio divinamente assoluto”.

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